Brennone 21
Reggio Emilia (RE)
Architettura
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Ristrutturazione di edificio in centro storico in Classe energetica A.
La casa posta al civico 21 di Via Porta Brennone, nel centro storico di Reggio Emilia, è una piccola porzione della cortina edilizia che delimita il lato destro della via, partendo da Corso Garibaldi.
Si presume che l′isolato fosse già edificato in modo compatto fin dal 400, con successive numerose manomissioni della cortina edilizia a causa di accorpamenti o frazionamenti delle abitazioni, come spesso succedeva.
L′edificio posto al civico 21 si caratterizzava per l′assenza di caratteri stilistici ed architettonici di pregio, essendo il risultato di una integrale ristrutturazione eseguita nella seconda metà del secolo scorso.
La tipologia è quella della casa a schiera con corpo di cinque metri di notevole profondità all′interno dell′isolato (ben 27 ml), e retro prospettante su uno spazio aperto recintato di uguale larghezza della facciata.
Brennone 21 è un esempio reale di sperimentazione di riqualificazione energetica.
Tipo edilizio a schiera a profondità elevata, in esso sono stati ricavati due unità abitative e due studi professionali, mediante una serie di interventi di recupero tipologico ed energetico che hanno condotto l′edificio a funzionare in modo passivo ed annullare l′immissione di gas serra in atmosfera ( Carbon Zero).
Il recupero dell′edificio mira innanzitutto alla corretta percezione del tipo edilizio: il cortile interno esistente viene restituito alla vita dell′edificio nella sua conformazione originaria, il giardino retrostante è pensato come un′estensione degli spazi interni, la scala comune riprende forma e dimensioni proprie del tipo, aprendosi sul cortile interno così come in molte tipologie cittadine, gli spazi interni sono resi ampi, flessibili, e luminosi.
Edificio dalla storia cancellata, Brennone 21 mostra la sua nuova immagine sul percorso cittadino (via Porta Brennone) in un insieme molto discreto che consente una lettura in orizzontale dell′edificio: un piano terra destinato ad autorimessa e ingresso pedonale interamente rivestito in lastre di acciaio corten si contrappone a due livelli abitativi trattati con termointonaco a colori tenui con aperture che cercano di reinterpretare la scansione delle aperture dell′intero fronte dell′aggregato urbano, e, nel contempo di migliorare la qualità di illuminazione e di apporto solare degli spazi interni.
Per un corretto isolamento dall′interno di un recupero ad elevatissima efficienza energetica, occorre quindi lavorare su alcuni principi:
- adozione e sperimentazione di isolanti ad elevato potere coibente anche con bassi spessori (come gli isolanti sottili termoriflettenti), tali da impedire la formazione di condense interne o interstiziali
- utilizzo di strutture interne di solaio a secco (possibilmente in legno) che limitano il pericolo dei ponti termici, gli spessori e migliorano il comportamento termico. La ricopertura con controsoffitti (arelle, cartongesso, legno, o altri materiali) consente inoltre l′isolamento delle strutture di solaio in corrispondenza delle porzioni disperdenti, riducendo ulteriormente il rischio di ponti termici
- utilizzo, ove possibile, sulla facciata esterna di un intonaco termoisolante di basso spessore (circa 4 cm, quindi soli 2 cm in più di un intonaco tradizionale) tale da limitare l′effetto dei ponti termici e da lasciare la giusta traspirabilità che consenta al muro esistente di smaltire pericolose risalite di umidità per capillarità
- coperture leggere, e con sistemi a secco, opportunamente coibentate per garantire uno sfasamento molto elevato con isolanti a forte massa e guaine riflettenti.
- utilizzo di infissi in legno a doppia camera con gas con vetri basso-emissivi, capaci di limitare la trasmittanza Uw < 1,00W/mqK
- una particolare attenzione alla tenuta all′aria (infissi, scarichi, terminali impiantistici) per ridurre il rischio di insorgenza di ponti termici, oltre a contenere le dispersioni per trasmissione.
Per ridurre le dispersioni per ventilazione si è adottato l′impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore. Da consigliare in ogni edificio ad elevata efficienza, detto impianto è determinante nelle condizioni di recupero in quanto controlla i livelli di umidità relativa interna.
L′adozione di impianti di ventilazione meccanica controllata è una scelta che deve essere correlata ai caratteri distributivi interni, limitando il più possibile le partizioni interne (pareti e porte) e prevedendo idonei cavedii impiantistici capaci di limitare le lunghezze dei canali di ventilazione. Allo scopo di limitare gli impianti (ed il loro impatto) all′interno dell′edificio, se si raggiungono fabbisogni termici molto ridotti (inferiori a 15 kW/mqa) si può evitare l′inserimento di un impianto di riscaldamento, utilizzando lo stesso impianto di ventilazione addizionato di una batteria di post-riscaldamento con pompa di calore. L′efficienza delle pompe di calore può essere anche molto elevata e consente di evitare l′utilizzo di fonti energetiche fossili se collegata ad impianti di energia rinnovabile (fotovoltaico), annullando così l′immissione in atmosfera di biossido di carbonio (Carbon Zero). Importante a questo punto diventa l′integrazione degli elementi fotovoltaici nelle coperture dei centri storici: fondamentale la complanarità con gli elementi di copertura (tegole o coppi) dei nuovi elementi fotovoltaici o di solare termico.
La casa posta al civico 21 di Via Porta Brennone, nel centro storico di Reggio Emilia, è una piccola porzione della cortina edilizia che delimita il lato destro della via, partendo da Corso Garibaldi.
Si presume che l′isolato fosse già edificato in modo compatto fin dal 400, con successive numerose manomissioni della cortina edilizia a causa di accorpamenti o frazionamenti delle abitazioni, come spesso succedeva.
L′edificio posto al civico 21 si caratterizzava per l′assenza di caratteri stilistici ed architettonici di pregio, essendo il risultato di una integrale ristrutturazione eseguita nella seconda metà del secolo scorso.
La tipologia è quella della casa a schiera con corpo di cinque metri di notevole profondità all′interno dell′isolato (ben 27 ml), e retro prospettante su uno spazio aperto recintato di uguale larghezza della facciata.
Brennone 21 è un esempio reale di sperimentazione di riqualificazione energetica.
Tipo edilizio a schiera a profondità elevata, in esso sono stati ricavati due unità abitative e due studi professionali, mediante una serie di interventi di recupero tipologico ed energetico che hanno condotto l′edificio a funzionare in modo passivo ed annullare l′immissione di gas serra in atmosfera ( Carbon Zero).
Il recupero dell′edificio mira innanzitutto alla corretta percezione del tipo edilizio: il cortile interno esistente viene restituito alla vita dell′edificio nella sua conformazione originaria, il giardino retrostante è pensato come un′estensione degli spazi interni, la scala comune riprende forma e dimensioni proprie del tipo, aprendosi sul cortile interno così come in molte tipologie cittadine, gli spazi interni sono resi ampi, flessibili, e luminosi.
Edificio dalla storia cancellata, Brennone 21 mostra la sua nuova immagine sul percorso cittadino (via Porta Brennone) in un insieme molto discreto che consente una lettura in orizzontale dell′edificio: un piano terra destinato ad autorimessa e ingresso pedonale interamente rivestito in lastre di acciaio corten si contrappone a due livelli abitativi trattati con termointonaco a colori tenui con aperture che cercano di reinterpretare la scansione delle aperture dell′intero fronte dell′aggregato urbano, e, nel contempo di migliorare la qualità di illuminazione e di apporto solare degli spazi interni.
Per un corretto isolamento dall′interno di un recupero ad elevatissima efficienza energetica, occorre quindi lavorare su alcuni principi:
- adozione e sperimentazione di isolanti ad elevato potere coibente anche con bassi spessori (come gli isolanti sottili termoriflettenti), tali da impedire la formazione di condense interne o interstiziali
- utilizzo di strutture interne di solaio a secco (possibilmente in legno) che limitano il pericolo dei ponti termici, gli spessori e migliorano il comportamento termico. La ricopertura con controsoffitti (arelle, cartongesso, legno, o altri materiali) consente inoltre l′isolamento delle strutture di solaio in corrispondenza delle porzioni disperdenti, riducendo ulteriormente il rischio di ponti termici
- utilizzo, ove possibile, sulla facciata esterna di un intonaco termoisolante di basso spessore (circa 4 cm, quindi soli 2 cm in più di un intonaco tradizionale) tale da limitare l′effetto dei ponti termici e da lasciare la giusta traspirabilità che consenta al muro esistente di smaltire pericolose risalite di umidità per capillarità
- coperture leggere, e con sistemi a secco, opportunamente coibentate per garantire uno sfasamento molto elevato con isolanti a forte massa e guaine riflettenti.
- utilizzo di infissi in legno a doppia camera con gas con vetri basso-emissivi, capaci di limitare la trasmittanza Uw < 1,00W/mqK
- una particolare attenzione alla tenuta all′aria (infissi, scarichi, terminali impiantistici) per ridurre il rischio di insorgenza di ponti termici, oltre a contenere le dispersioni per trasmissione.
Per ridurre le dispersioni per ventilazione si è adottato l′impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore. Da consigliare in ogni edificio ad elevata efficienza, detto impianto è determinante nelle condizioni di recupero in quanto controlla i livelli di umidità relativa interna.
L′adozione di impianti di ventilazione meccanica controllata è una scelta che deve essere correlata ai caratteri distributivi interni, limitando il più possibile le partizioni interne (pareti e porte) e prevedendo idonei cavedii impiantistici capaci di limitare le lunghezze dei canali di ventilazione. Allo scopo di limitare gli impianti (ed il loro impatto) all′interno dell′edificio, se si raggiungono fabbisogni termici molto ridotti (inferiori a 15 kW/mqa) si può evitare l′inserimento di un impianto di riscaldamento, utilizzando lo stesso impianto di ventilazione addizionato di una batteria di post-riscaldamento con pompa di calore. L′efficienza delle pompe di calore può essere anche molto elevata e consente di evitare l′utilizzo di fonti energetiche fossili se collegata ad impianti di energia rinnovabile (fotovoltaico), annullando così l′immissione in atmosfera di biossido di carbonio (Carbon Zero). Importante a questo punto diventa l′integrazione degli elementi fotovoltaici nelle coperture dei centri storici: fondamentale la complanarità con gli elementi di copertura (tegole o coppi) dei nuovi elementi fotovoltaici o di solare termico.
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